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La Bottega Gatti viene fondata a Faenza nel 1928 dal pittore e scultore ceramista Riccardo Gatti. Nello stesso anno, Gatti si avvicina al Movimento Futurista e realizza una serie di ceramiche sulla base di modelli di alcuni importanti componenti del gruppo artistico, tra i quali Balla, Dal Monte, Benedetta e Fabbri. Nella seconda metà degli anni Trenta, Gatti partecipa al rinnovamento dell’artigianato artistico, promosso dall’ENAPI, allora sotto la direzione di Giovanni Guerrini, con la realizzazione di ceramiche per la Triennale di Milano, su disegni di artisti, design ed architetti, tra i quali Giò Ponti, Carlo Corvi e lo stesso Guerrini.

Simili esperienze, in particolar modo quella della ceramica futurista, costituiscono il precedente storico e ideale, su cui la Bottega Gatti ha ripreso ed ampliato il dialogo e le collaborazioni con importanti artisti, lungo tutto il ‘900. Dalla fine degli anni Ottanta, Dante Servadei, nipote ed allievo di Riccardo Gatti, succedutogli nella guida della bottega alla sua morte nel 1972, insieme al figlio Davide, allaccia nuovi rapporti di collaborazione con numerosi artisti.

Simili esperienze, in particolar modo quella della ceramica futurista, costituiscono il precedente storico e ideale, su cui la Bottega Gatti ha ripreso ed ampliato il dialogo e le collaborazioni con importanti artisti, lungo tutto il ‘900. Dalla fine degli anni Ottanta, Dante Servadei, nipote ed allievo di Riccardo Gatti, succedutogli nella guida della bottega alla sua morte nel 1972, insieme al figlio Davide, allaccia nuovi rapporti di collaborazione con numerosi artisti.

Il 1994 ed il 1995 si caratterizzano ancora per alcune partecipazioni che portano a Faenza e alla Bottega Gatti, gli artisti francesi Arman e Luis Cane.

Simili esperienze, in particolar modo quella della ceramica futurista, costituiscono il precedente storico e ideale, su cui la Bottega Gatti ha ripreso ed ampliato il dialogo e le collaborazioni con importanti artisti, lungo tutto il ‘900. Dalla fine degli anni Ottanta, Dante Servadei, nipote ed allievo di Riccardo Gatti, succedutogli nella guida della bottega alla sua morte nel 1972, insieme al figlio Davide, allaccia nuovi rapporti di collaborazione con numerosi artisti.

Il 1994 ed il 1995 si caratterizzano ancora per alcune partecipazioni che portano a Faenza e alla Bottega Gatti, gli artisti francesi Arman e Luis Cane.

In questi stessi anni i rapporti di collaborazione includeranno Giacinto Cerone e Giosetta Fioroni. Dalla metà degli anni Novanta ad oggi l’entità dei rapporti e delle intese che la Bottega ha instaurato con gli artisti è andata via via accrescendo e molti sono i nomi che si potrebbero citare, tra gli artisti giovani e quelli dei maestri, come Carla Accardi, Aldo Mondino ed Ettore Sottsass e tra i più giovani Christian Holstad, Liliana Moro, Nick Mauss, Salvatore Arancio. Da tutte queste collaborazioni sono nati progetti di natura scultorea, architettonica, installativa e performativa destinati a musei, collezioni, gallerie ed eventi artistici.

In questi stessi anni i rapporti di collaborazione includeranno Giacinto Cerone e Giosetta Fioroni. Dalla metà degli anni Novanta ad oggi l’entità dei rapporti e delle intese che la Bottega ha instaurato con gli artisti è andata via via accrescendo e molti sono i nomi che si potrebbero citare, tra gli artisti giovani e quelli dei maestri, come Carla Accardi, Aldo Mondino ed Ettore Sottsass e tra i più giovani Christian Holstad, Liliana Moro, Nick Mouse, Salvatore Arancio. Da tutte queste collaborazioni sono nati progetti di natura scultorea, architettonica, installativa e performativa destinati a musei, collezioni, gallerie ed eventi artistici.

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